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I ritmi circadiani ci permettono di sincronizzare il nostro bioritmo con la naturale alternanza di luce e buio, meccanismo fondamentale del corpo umano legato indissolubilmente con allenamento e l’alimentazione.
Ci si allena meglio al mattino o la sera? Mangiare solo 1 volta al giorno porta dei benefici? Meglio assumere carboidrati a pranzo o cena?
Queste sono solo alcune tra le domande più gettonate che ricevo giornalmente e tutte le risposte che do sono diverse da caso a caso e richiedono sempre specifiche premesse. Perché non siamo tutti uguali e soprattutto esiste un adattamento che va oltre l’epigenetica e che si assesta nel corso della nostra vita.
Un esempio? Chi per anni svolge lavori notturni.
La cronobiologia richiederebbe di sincronizzare i nostri bioritmi con la naturale alternanza di luce e buio, possiamo definirlo il nostro “orologio biologico” interno che viene scandito soprattutto da un gruppo di cellule cerebrali situate nell'ipotalamo. Questo nucleo (soprachiasmatico) lavora cellule fotosensibili della retina e elabora informazioni su un ciclo di 24 ore adattando i ritmi biologici del nostro corpo a quelli, che nel corso dei millenni, sono stati dettati dal susseguirsi dei ritmi di sonno veglia legati alla luce e quindi del giorno e notte.
Tali ritmi hanno una ricaduta su tutte le funzioni del nostro corpo, sulla nostra “vitalità”, sulla nostra energia e sulla predisposizione ad agire o a riposarsi.
I principali ritmi, oltre a quelli luce/buio, sono diversi e possono essere così riassunti:
PERIODO | DEFINIZIONE | ESEMPIO BIOLOGICO |
12 +/- 2 mesi | circannuale | prolattina – testosterone |
30 +/- giorni | circamensile | ciclo mestruale |
20 +/- 4 ore | circadiano | ritmo sonno veglia – cortisolo |
< 20 ore | ultradiano | battito cardiaco – ormone GH |
Anche l’assunzione di cibo e gli orari dei pasti ricadono, o possono ricadere, in questo complesso meccanismo.
Alla base dello svolgimento di qualsiasi processo metabolico c’è la reazione enzima-dipendente, che deve avvenire con tempestività e coordinamento, in cui ogni reazione enzimatica deve inserirsi al momento giusto in un disegno di omeostasi organica.
La coordinazione degli enzimi è assicurata dal sistema nervoso centrale (SNC) e dal endocrino (SE) in un continuo processo di autoregolamentazione.
TESTOSTERONE
Ha un ritmo annuale con un picco durante la primavera. Il ciclo circandiano è suddiviso in due momenti:
ORMONI SURRENALICI (CORTISOLO -ACTH)
L’acrofase ha il suo picco al mattino verso le 8, dopo il testosterone, questi ormoni sono ormoni catabolici dato che il cortisolo, in modo particolare, stimola il catabolismo.
Da qui quindi la consuetudine di fare colazione al mattino con carboidrati, altrimenti il corpo tenderà a creare energia sfruttando la demolizione proteica indotta dal cortisolo, bloccando però l’azione del GH notturno.
Occorre ponderare quale soluzione possa essere le più adatta al singolo biotipo (con il digiuno intermittente ad esempio viene fatta saltare la colazione per andare direttamente al pranzo facendo passare 16 ore dall’ultimo pasto serale).
INSULINA
Oltre a tutte le considerazioni legate all’assunzione di cibi ad alto indice glicemico, l’insulina ha un suo picco circadiano verso le 13/14, momento dopo il quale è ancora più pericoloso ingerire dei carboidrati ad alto indice glicemico che ne potenzierebbero l’effetto.
ORMONI TIROIDEI (T3 e T4)
Hanno valori elevati da fine mattinata al primo pomeriggio, questo comporta una predisposizione del corpo ad utilizzare i cibi a livello energetico, non ci sono quindi grossi problemi all’utilizzo di carboidrati.
SEROTONINA
Ha ritmi ultradiani ed è principalmente stimolata dall’AA triptofano, la secrezione è però legata all’introduzione di carboidrati. La Serotonina è importante anche perché riesce a controllare gli stimoli della fame, questo ci porta a dire quindi che non è sempre vero eliminare e carboidrati cena, anzi, la loro assunzione potrebbe avere un’azione positiva sul cortisolo.
I normali ritmi “giornalieri” potrebbero essere i seguenti:
Tutto questo sembra essere molto logico e facile ma, al di la di problemi lavorativi, ciascuno di noi ha messo a punto delle modificazioni personali ai suoi ritmi e, come detto in apertura, il corpo si adatta.
Studi sui topi hanno evidenziato che, a parità di calorie ingerite, chi mangia a orari regolari e nei momenti in cui l'organismo è più attivo si mantiene più sano di chi si nutre a piacimento e senza orari precisi, più incline a sviluppare diabete e obesità. Analogamente il fabbisogno di energia che andrà calibrato in base ai propri bisogni.
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